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OSCAR E LA DAMA IN ROSA

Ecco, Dio, questa è stata la mia giornata. Capisco che l’adolescenza venga definita l’età ingrata. E’ dura. Ma alla fine, a vent’anni suonati, le cose si aggiustano. Allora ti rivolgo la mia richiesta del giorno: vorrei che Peggy e io ci sposassimo.”

Il piccolo principe di Saint-Exupéry è un bambino venuto da un altro mondo per insegnarci cos'è la vita; l’Oscar di Eric-Emmanuel Schmitt è un bambino che sta per andare all’altro mondo e ci insegna che cos’è la morte. Ma non è una storia triste, “Oscar e la dama in rosa”, anzi piacevole e rasserenante, oltre che coraggiosa. L’autore, quarantaseenne lionese di fama internazionale, soprattutto dopo la versione cinematografica del suo “Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano”, interpretato da Omar Sharif, ha in comune con Saint-Exupéry una poetica sintonia con il mondo dell’infanzia, microcosmo in cui si agitano, allo stato molecolare, tutti i sentimenti, i desideri e le paure che rendono tanto complicata la società degli adulti.

La storia racconta gli ultimi dodici giorni di vita di un bambino di dieci anni malato di leucemia, Oscar, e la dama in rosa del titolo è un’anziana volontaria dell’ospedale, in camice rosa, che rappresenta per il bambino l’unico interlocutore in grado di dare un significato alla fase finale della sua vita, perché sia i genitori, annichiliti dal dolore, sia i medici, delusi dalla loro stessa impotenza, evitano di parlare sinceramente con lui, impedendo ogni spontaneità di rapporto.

Il testo affronta quindi due fra i più forti tabù dei nostri giorni, la morte e la vecchiaia, mettendone in luce le insospettate potenzialità, ricche di valori umani da non sprecare.
Mamma Rosa, come la chiama Oscar, gli propone un gioco: fingere che ognuno dei pochi giorni di vita che gli restano duri dieci anni. Ogni decennio vissuto presenterà gioie e dolori che Oscar potrà offrire a Dio in una lettera quotidiana, in cui gli chiederà di soddisfare un desiderio. Oscar non è stato educato religiosamente, e inizia questo dialogo con diffidenza e impaccio, ma a poco a poco, indirizzato dall’esuberante e affettuosa vecchietta, scopre un nuovo modo di vedere sé stesso e gli altri, e un nuovo modo di comunicare, che cambierà per sempre la vita di chi si troverà vicino a lui in quegli ultimi giorni aperti sull’infinito.

Regìa: Franco Giorgio
Produzione e compagnia: CENTRO TEATRO STUDI Soc. Coop.
Attori: Maria Rita Sgarlato - Giovanni Arezzo - Emanuela Curcio
Musiche originali dal vivo: Peppe Arezzo
Coreografie: Emanuela Curcio
Scenografia: Alessandro Fantarella - Marco Ingrasciotta
Costumi - Silvana Licitra
Luci e fonica: Marco Ingrasciotta

Chi siamo

Il Centro Teatro Studi propone spettacoli di teatro, per adulti e per ragazzi, con attività laboratoriale di ricerca e formazione attraverso linguaggi e relazioni che generino empatia, complicità e divertimento.

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