Mariarosa la civetta paurosa
Mariarosa era una piccola civetta che viveva con Mamma e Papà in cima ad un albero molto alto dal quale poteva vedere tutto ciò che accadeva intorno a loro.
Mariarosa era serena e felice. Per il suo compleanno aveva ricevuto in regalo un bellissimo collare color di stelle che mostrava con orgoglio a tutti gli altri uccellini.
Aveva occhi enormi e tondi. Aveva anche delle unghiette molto sottili ed appuntite. Insomma era uguale a tutte le altre civette che vivevano in quel bosco. O quasi. Visto che Mariarosa aveva una paura pazzesca del buio. Cosa strana, molto strana, per una civetta che come tutti sanno è un uccello notturno.
“Non puoi avere paura del buio” le diceva mamma. “Le civette non hanno mai paura del buio”.
“Io si!” rispondeva Mariarosa.
“Ma le civette sono uccelli della notte” insisteva papà.
“Io non voglio essere un uccello della notte” borbottava Mariarosa. “Voglio essere un uccello del giorno”…
Liberamente tratto dal famoso racconto di Jill Tomlinson, “Mariarosa, la civetta paurosa” narra la storia di una piccola civetta che, contrariamente alla sua natura, teme il buio e perciò si rifiuta di volare di notte per andare a caccia assieme a suo papà e alla sua mamma. La verità è che Mariarosa deve affrontare “l’ignoto”; sta, in poche parole, crescendo e la vita la obbliga a rendersi indipendente e responsabile delle sua azioni.
Come spesso accade, saranno i suoi genitori che l’aiutano a vincere le sue paure, convincendola ad uscire ed esplorare, piano piano, l’ambiente circostante e a conoscere i suoi abitanti: un ragazzo, una vecchina, altri uccelli. Mariarosa, molto riluttante e sempre con grande titubanza affronta ciò che la spaventa di più acquistando, giorno dopo giorno, fiducia e sicurezza in sé stessa.
Conoscere ciò che è ignoto significa smettere di temerlo.